Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 262
(aggiornato 2020)
LIBRO QUINTO
DEL LAVORO
TITOLO V
DELLE SOCIETA’
Capo V – Societa’ per azioni (1)
(1)L’intero Capo V è stato interamente sostituito dall’art. 1, comma 1, del D. Lgs. 17 gennaio 2003, n. 6
Sezione VI-bis
Dell’amministrazione e del controllo
§ 1
Disposizioni generali.
Articolo 2380
Sistemi di amministrazione e di controllo
Se lo statuto non dispone diversamente, l’amministrazione e il controllo della societa’ sono regolati dai successivi paragrafi 2, 3 e 4.
Lo statuto puo’ adottare per l’amministrazione e per il controllo della societa’ il sistema di cui al paragrafo 5, oppure quello di cui al paragrafo 6; salvo che la deliberazione disponga altrimenti, la variazione di sistema ha effetto alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all’esercizio successivo.
Salvo che sia diversamente stabilito, le disposizioni che fanno riferimento agli amministratori si applicano a seconda dei casi al consiglio di amministrazione o al consiglio di gestione.
§ 2
Degli amministratori
Articolo 2380-bis
Amministrazione della societa’
La gestione dell’impresa si svolge nel rispetto della disposizione di cui all’articolo 2086, secondo comma, e spetta esclusivamente agli amministratori, i quali compiono le operazioni necessarie per l’attuazione dell’oggetto sociale. L’istituzione degli assetti di cui all’articolo 2086, secondo comma, spetta esclusivamente agli amministratori. (1)(2)
L’amministrazione della societa’ puo’ essere affidata anche a non soci.
Quando l’amministrazione e’ affidata a piu’ persone, queste costituiscono il consiglio di amministrazione.
Se lo statuto non stabilisce il numero degli amministratori, ma ne indica solamente un numero massimo e minimo, la determinazione spetta all’assemblea.
Il consiglio di amministrazione sceglie tra i suoi componenti il presidente, se questi non e’ nominato dall’assemblea.
(1) Comma sostituito dall’art. 377, comma 2, D.Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14
(2) L’art. 40, comma 2, del D. Lgs. 26 ottobre 2020, n. 147, ha aggiunto, il seguente periodo: «L’istituzione degli assetti di cui all’articolo 2086, secondo comma, spetta esclusivamente al consiglio di gestione.».
Articolo 2381
Presidente, comitato esecutivo e amministratori delegati
Salvo diversa previsione dello statuto, il presidente convoca il consiglio di amministrazione, ne fissa l’ordine del giorno, ne coordina i lavori e provvede affinche’ adeguate informazioni sulle materie iscritte all’ordine del giorno vengano fornite a tutti i consiglieri.
Se lo statuto o l’assemblea lo consentono, il consiglio di amministrazione puo’ delegare proprie attribuzioni ad un comitato esecutivo composto da alcuni dei suoi componenti, o ad uno o piu’ dei suoi componenti.
Il consiglio di amministrazione determina il contenuto, i limiti e le eventuali modalita’ di esercizio della delega; puo’ sempre impartire direttive agli organi delegati e avocare a se’ operazioni rientranti nella delega. Sulla base delle informazioni ricevute valuta l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della societa’; quando elaborati, esamina i piani strategici, industriali e finanziari della societa’; valuta, sulla base della relazione degli organi delegati, il generale andamento della gestione.
Non possono essere delegate le attribuzioni indicate negli articoli 2420-ter, 2423, 2443, 2446, 2447, 2501-ter e 2506-bis.
Gli organi delegati curano che l’assetto organizzativo, amministrativo e contabile sia adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa e riferiscono al consiglio di amministrazione e al collegio sindacale, con la periodicita’ fissata dallo statuto e in ogni caso almeno ogni sei mesi, sul generale andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione nonche’ sulle operazioni di maggior rilievo, per le loro dimensioni o caratteristiche, effettuate dalla societa’ e dalle sue controllate. (1)
Gli amministratori sono tenuti ad agire in modo informato; ciascun amministratore puo’ chiedere agli organi delegati che in consiglio siano fornite informazioni relative alla gestione della societa’.
(1) Il D. Lgs. 6 febbraio 2004, n. 37, nel modificare l’art. 1, comma 1 del D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 6 ha conseguentemente disposto (con l’art. 5, comma 1, lettera r)) la modifica dell’art. 2381, comma 5.
Articolo 2382
Cause di ineleggibilita’ e di decadenza
Non puo’ essere nominato amministratore, e se nominato decade dal suo ufficio, l’interdetto, l’inabilitato, il fallito, o chi e’ stato condannato ad una pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacita’ ad esercitare uffici direttivi.
Articolo 2383
Nomina e revoca degli amministratori
La nomina degli amministratori spetta all’assemblea, fatta eccezione per i primi amministratori, che sono nominati nell’atto costitutivo, e salvo il disposto degli articoli 2351, 2449 e 2450.
Gli amministratori non possono essere nominati per un periodo superiore a tre esercizi, e scadono alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della loro carica.
Gli amministratori sono rieleggibili, salvo diversa disposizione dello statuto, e sono revocabili dall’assemblea in qualunque tempo, anche se nominati nell’atto costitutivo, salvo il diritto dell’amministratore al risarcimento dei danni, se la revoca avviene senza giusta causa.
Entro trenta giorni dalla notizia della loro nomina gli amministratori devono chiederne l’iscrizione nel registro delle imprese indicando per ciascuno di essi il cognome e il nome, il luogo e la data di nascita, il domicilio e la cittadinanza, nonche’ a quali tra essi e’ attribuita la rappresentanza della societa’, precisando se disgiuntamente o congiuntamente.
Le cause di nullita’ o di annullabilita’ della nomina degli amministratori che hanno la rappresentanza della societa’ non sono opponibili ai terzi dopo l’adempimento della pubblicita’ di cui al quarto comma, salvo che la societa’ provi che i terzi ne erano a conoscenza.
Articolo 2384
Poteri di rappresentanza
Il potere di rappresentanza attribuito agli amministratori dallo statuto o dalla deliberazione di nomina e’ generale.
Le limitazioni ai poteri degli amministratori che risultano dallo statuto o da una decisione degli organi competenti non sono opponibili ai terzi, anche se pubblicate, salvo che si provi che questi abbiano intenzionalmente agito a danno della societa’.
[Articolo 2384-bis] (1)
Abrogato
(1) Il D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 6, disponendo (con l’art. 1, comma 1) la sostituzione del Libro V, Titolo V, Capo V, non ha piu’ previsto il presente articolo.
Articolo 2385
Cessazione degli amministratori
L’amministratore che rinunzia all’ufficio deve darne comunicazione scritta al consiglio d’amministrazione e al presidente del collegio sindacale. La rinunzia ha effetto immediato, se rimane in carica la maggioranza del consiglio di amministrazione, o, in caso contrario, dal momento in cui la maggioranza del consiglio si e’ ricostituita in seguito all’accettazione dei nuovi amministratori.
La cessazione degli amministratori per scadenza del termine ha effetto dal momento in cui il consiglio di amministrazione e’ stato ricostituito.
La cessazione degli amministratori dall’ufficio per qualsiasi causa deve essere iscritta entro trenta giorni nel registro delle imprese a cura del collegio sindacale.
Articolo 2386
Sostituzione degli amministratori
Se nel corso dell’esercizio vengono a mancare uno o piu’ amministratori, gli altri provvedono a sostituirli con deliberazione approvata dal collegio sindacale, purche’ la maggioranza sia sempre costituita da amministratori nominati dall’assemblea. Gli amministratori cosi’ nominati restano in carica fino alla prossima assemblea.
Se viene meno la maggioranza degli amministratori nominati dall’assemblea, quelli rimasti in carica devono convocare l’assemblea perche’ provveda alla sostituzione dei mancanti.
Salvo diversa disposizione dello statuto o dell’assemblea, gli amministratori nominati ai sensi del comma precedente scadono insieme con quelli in carica all’atto della loro nomina.
Se particolari disposizioni dello statuto prevedono che a seguito della cessazione di taluni amministratori cessi l’intero consiglio, l’assemblea per la nomina del nuovo consiglio e’ convocata d’urgenza dagli amministratori rimasti in carica; lo statuto puo’ tuttavia prevedere l’applicazione in tal caso di quanto disposto nel successivo comma.
Se vengono a cessare l’amministratore unico o tutti gli amministratori, l’assemblea per la nomina dell’amministratore o dell’intero consiglio deve essere convocata d’urgenza dal collegio sindacale, il quale puo’ compiere nel frattempo gli atti di ordinaria amministrazione.
Articolo 2387
Requisiti di onorabilita’, professionalita’ e indipendenza
Lo statuto puo’ subordinare l’assunzione della carica di amministratore al possesso di speciali requisiti di onorabilita’, professionalita’ ed indipendenza, anche con riferimento ai requisiti al riguardo previsti da codici di comportamento redatti da associazioni di categoria o da societa’ di gestione di mercati regolamentati. Si applica in tal caso l’articolo 2382.
Resta salvo quanto previsto da leggi speciali in relazione all’esercizio di particolari attivita’.
Articolo 2388
Validita’ delle deliberazioni del consiglio
Per la validita’ delle deliberazioni del consiglio di amministrazione e’ necessaria la presenza della maggioranza degli amministratori in carica, quando lo statuto non richiede un maggior numero di presenti. Lo statuto puo’ prevedere che la presenza alle riunioni del consiglio avvenga anche mediante mezzi di telecomunicazione.
Le deliberazioni del consiglio di amministrazione sono prese a maggioranza assoluta dei presenti, salvo diversa disposizione dello statuto.
Il voto non puo’ essere dato per rappresentanza.
Le deliberazioni che non sono prese in conformita’ della legge o dello statuto possono essere impugnate solo dal collegio sindacale e dagli amministratori assenti o dissenzienti entro novanta giorni dalla data della deliberazione; si applica in quanto compatibile l’articolo 2378. Possono essere altresi’ impugnate dai soci le deliberazioni lesive dei loro diritti; si applicano in tal caso, in quanto compatibili, gli articoli 2377 e 2378
In ogni caso sono salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione delle deliberazioni.
Articolo 2389
Compensi degli amministratori
I compensi spettanti ai membri del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo sono stabiliti all’atto della nomina o dall’assemblea.
Essi possono essere costituiti in tutto o in parte da partecipazioni agli utili o dall’attribuzione del diritto di sottoscrivere a prezzo predeterminato azioni di futura emissione.
La rimunerazione degli amministratori investiti di particolari cariche in conformita’ dello statuto e’ stabilita dal consiglio di amministrazione, sentito il parere del collegio sindacale. Se lo statuto lo prevede, l’assemblea puo’ determinare un importo complessivo per la remunerazione di tutti gli amministratori, inclusi quelli investiti di particolari cariche.
Articolo 2390
Divieto di concorrenza
Gli amministratori non possono assumere la qualita’ di soci illimitatamente responsabili in societa’ concorrenti, ne’ esercitare un’attivita’ concorrente per conto proprio o di terzi, ne’ essere amministratori o direttori generali in societa’ concorrenti, salvo autorizzazione dell’assemblea.
Per l’inosservanza di tale divieto l’amministratore puo’ essere revocato dall’ufficio e risponde dei danni.
Articolo 2391
Interessi degli amministratori
L’amministratore deve dare notizia agli altri amministratori e al collegio sindacale di ogni interesse che, per conto proprio o di terzi, abbia in una determinata operazione della societa’, precisandone la natura, i termini, l’origine e la portata; se si tratta di amministratore delegato, deve altresi’ astenersi dal compiere l’operazione, investendo della stessa l’organo collegiale , se si tratta di amministratore unico, deve darne notizia anche alla prima assemblea utile. (1)
Nei casi previsti dal precedente comma la deliberazione del consiglio di amministrazione deve adeguatamente motivare le ragioni e la convenienza per la societa’ dell’operazione.
Nei casi di inosservanza a quanto disposto nei due precedenti commi del presente articolo ovvero nel caso di deliberazioni del consiglio o del comitato esecutivo adottate con il voto determinante dell’amministratore interessato, le deliberazioni medesime, qualora possano recare danno alla societa’, possono essere impugnate dagli amministratori e dal collegio sindacale entro novanta giorni dalla loro data; l’impugnazione non puo’ essere proposta da chi ha consentito con il proprio voto alla deliberazione se sono stati adempiuti gli obblighi di informazione previsti dal primo comma. In ogni caso sono salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione della deliberazione.
L’amministratore risponde dei danni derivati alla societa’ dalla sua azione od omissione.
L’amministratore risponde altresi’ dei danni che siano derivati alla societa’ dalla utilizzazione a vantaggio proprio o di terzi di dati, notizie o opportunita’ di affari appresi nell’esercizio del suo incarico.
(1) L’art. 11, comma 1, del D. Lgs. 28 dicembre 2004, n. 310 ha aggiunto le seguenti parole: «, se si tratta di amministratore unico, deve darne notizia anche alla prima assemblea utile.»
Articolo 2391-bis
Operazioni con parti correlate
Gli organi di amministrazione delle societa’ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio adottano, secondo principi generali indicati dalla Consob, regole che assicurano la trasparenza e la correttezza sostanziale e procedurale delle operazioni con parti correlate e li rendono noti nella relazione sulla gestione; a tali fini possono farsi assistere da esperti indipendenti, in ragione della natura, del valore o delle caratteristiche dell’operazione.
I principi e le regole previsti dal primo comma si applicano alle operazioni realizzate direttamente o per il tramite di societa’ controllate e disciplinano le operazioni stesse in termini di competenza decisionale, di motivazione e di documentazione. L’organo di controllo vigila sull’osservanza delle regole adottate ai sensi del primo comma e ne riferisce nella relazione all’assemblea. (1)
La Consob, nel definire i principi indicati nel primo comma, individua, in conformita’ all’articolo 9-quater della direttiva 2007/36/CE, almeno:
a) le soglie di rilevanza delle operazioni con parti correlate tenendo conto di indici quantitativi legati al controvalore dell’operazione o al suo impatto su uno o piu’ parametri dimensionali della societa’. La Consob puo’ individuare anche criteri di rilevanza che tengano conto della natura dell’operazione e della tipologia di parte correlata;
b) regole procedurali e di trasparenza proporzionate rispetto alla rilevanza e alle caratteristiche delle operazioni, alle dimensioni della societa’ ovvero alla tipologia di societa’ che fa ricorso al mercato del capitale di rischio, nonche’ i casi di esenzione dall’applicazione, in tutto o in parte, delle predette regole;
c) i casi in cui gli amministratori, fermo restando quanto previsto dall’articolo 2391, e gli azionisti coinvolti nell’operazione sono tenuti ad astenersi dalla votazione sulla stessa ovvero misure di salvaguardia a tutela dell’interesse della societa’ che consentono ai predetti azionisti di prendere parte alla votazione sull’operazione. (2)
(1) Comma modificato dall’art. 1, comma 1, lettera a), del D. Lgs. 10 maggio 2019, n. 49
(2) Comma introdotto dall’art. 1, comma 1, lettera b), del D. Lgs. 10 maggio 2019, n. 49
Articolo 2392
Responsabilita’ verso la societa’
Gli amministratori devono adempiere i doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto con la diligenza richiesta dalla natura dell’incarico e dalle loro specifiche competenze. Essi sono solidalmente responsabili verso la societa’ dei danni derivanti dall’inosservanza di tali doveri, a meno che si tratti di attribuzioni proprie del comitato esecutivo o di funzioni in concreto attribuite ad uno o piu’ amministratori.
In ogni caso gli amministratori, fermo quanto disposto dal comma terzo dell’articolo 2381, sono solidalmente responsabili se, essendo a conoscenza di fatti pregiudizievoli, non hanno fatto quanto potevano per impedirne il compimento o eliminarne o attenuarne le conseguenze dannose.
La responsabilita’ per gli atti o le omissioni degli amministratori non si estende a quello tra essi che, essendo immune da colpa, abbia fatto annotare senza ritardo il suo dissenso nel libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio, dandone immediata notizia per iscritto al presidente del collegio sindacale.
Articolo 2393
Azione sociale di responsabilita’
L’azione di responsabilita’ contro gli amministratori e’ promossa in seguito a deliberazione dell’assemblea, anche se la societa’ e’ in liquidazione.
La deliberazione concernente la responsabilita’ degli amministratori puo’ essere presa in occasione della discussione del bilancio, anche se non e’ indicata nell’elenco delle materie da trattare, quando si tratta di fatti di competenza dell’esercizio cui si riferisce il bilancio.
L’azione di responsabilita’ puo’ anche essere promossa a seguito di deliberazione del collegio sindacale, assunta con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti. (1)
L’azione puo’ essere esercitata entro cinque anni dalla cessazione dell’amministratore dalla carica.
La deliberazione dell’azione di responsabilita’ importa la revoca dall’ufficio degli amministratori contro cui e’ proposta, purche’ sia presa con il voto favorevole di almeno un quinto del capitale sociale. In questo caso, l’assemblea provvede alla sostituzione degli amministratori. (2)
La societa’ puo’ rinunziare all’esercizio dell’azione di responsabilita’ e puo’ transigere, purche’ la rinunzia e la transazione siano approvate con espressa deliberazione dell’assemblea, e purche’ non vi sia il voto contrario di una minoranza di soci che rappresenti almeno il quinto del capitale sociale o, nelle societa’ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, almeno un ventesimo del capitale sociale, ovvero la misura prevista nello statuto per l’esercizio dell’azione sociale di responsabilita’ ai sensi dei commi primo e secondo dell’articolo 2393-bis.
(1) Comma introdotto dall’art. 3, comma 1, lettera a) della Legge 28 dicembre 2005, n. 262
(2) Comma modificato dall’art. 3, comma 1, lettera a) della Legge 28 dicembre 2005, n. 262
Articolo 2393-bis
Azione sociale di responsabilita’ esercitata dai soci
L’azione sociale di responsabilita’ puo’ essere esercitata anche dai soci che rappresentino almeno un quinto del capitale sociale o la diversa misura prevista nello statuto, comunque non superiore al terzo.
Nelle societa’ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, l’azione di cui al comma precedente puo’ essere esercitata dai soci che rappresentino un quarantesimo del capitale sociale o la minore misura prevista nello statuto. (1)
La societa’ deve essere chiamata in giudizio e l’atto di citazione e’ ad essa notificato anche in persona del presidente del collegio sindacale.
I soci che intendono promuovere l’azione nominano, a maggioranza del capitale posseduto, uno o piu’ rappresentanti comuni per l’esercizio dell’azione e per il compimento degli atti conseguenti.
In caso di accoglimento della domanda, la societa’ rimborsa agli attori le spese del giudizio e quelle sopportate nell’accertamento dei fatti che il giudice non abbia posto a carico dei soccombenti o che non sia possibile recuperare a seguito della loro escussione.
I soci che hanno agito possono rinunciare all’azione o transigerla; ogni corrispettivo per la rinuncia o transazione deve andare a vantaggio della societa’.
Si applica all’azione prevista dal presente articolo l’ultimo comma dell’articolo precedente.
(1) Comma modificato dall’art. 3, comma 1, lettera b) della Legge 28 dicembre 2005, n. 262
Articolo 2394
Responsabilita’ verso i creditori sociali
Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l’inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione dell’integrita’ del patrimonio sociale.
L’azione puo’ essere proposta dai creditori quando il patrimonio sociale risulta insufficiente al soddisfacimento dei loro crediti.
La rinunzia all’azione da parte della societa’ non impedisce l’esercizio dell’azione da parte dei creditori sociali. La transazione puo’ essere impugnata dai creditori sociali soltanto con l’azione revocatoria quando ne ricorrono gli estremi.
Articolo 2394-bis
Azioni di responsabilita’ nelle procedure concorsuali
In caso di fallimento, liquidazione coatta amministrativa e amministrazione straordinaria le azioni di responsabilita’ previste dai precedenti articoli spettano al curatore del fallimento, al commissario liquidatore e al commissario straordinario.
Articolo 2395
Azione individuale del socio e del terzo
Le disposizioni dei precedenti articoli non pregiudicano il diritto al risarcimento del danno spettante al singolo socio o al terzo che sono stati direttamente danneggiati da atti colposi o dolosi degli amministratori.
L’azione puo’ essere esercitata entro cinque anni dal compimento dell’atto che ha pregiudicato il socio o il terzo.
Articolo 2396
Direttori generali
Le disposizioni che regolano la responsabilita’ degli amministratori si applicano anche ai direttori generali nominati dall’assemblea o per disposizione dello statuto, in relazione ai compiti loro affidati, salve le azioni esercitabili in base al rapporto di lavoro con la societa’.
§ 3
Del collegio sindacale
Articolo 2397
Composizione del collegio
Il collegio sindacale si compone di tre o cinque membri effettivi, soci o non soci. Devono inoltre essere nominati due sindaci supplenti.
Almeno un membro effettivo ed uno supplente devono essere scelti tra i revisori legali iscritti nell’apposito registro. I restanti membri, se non iscritti in tale registro, devono essere scelti fra gli iscritti negli albi professionali individuati con decreto del Ministro della giustizia, o fra i professori universitari di ruolo, in materie economiche o giuridiche. (1)
[Per le società aventi ricavi o patrimonio netto inferiore a 1 milione di euro lo statuto può prevedere che l’organo di controllo sia composto da un sindaco unico, scelto tra i revisori legali iscritti nell’apposito registro.] (2)
(1) Comma modificato dall’art. 37, comma 5, del D. Lgs. 27 gennaio 2010 n. 39
(2) Comma aggiunto dall’art. 14, comma 14, della Legge 12 novembre 2011, n. 183 e successivamente abrogato dall’art. 35, comma 1, del D. Legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito con modificazioni dalla Legge 4 aprile 2012, n. 35.
Articolo 2398
Presidenza del collegio
Il presidente del collegio sindacale e’ nominato dall’assemblea.
Articolo 2399
Cause d’ineleggibilita’ e di decadenza
Non possono essere eletti alla carica di sindaco e, se eletti, decadono dall’ufficio:
a) coloro che si trovano nelle condizioni previste dall’articolo 2382;
b) il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della societa’, gli amministratori, il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori delle societa’ da questa controllate, delle societa’ che la controllano e di quelle sottoposte a comune controllo;
c) coloro che sono legati alla societa’ o alle societa’ da questa controllate o alle societa’ che la controllano o a quelle sottoposte a comune controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d’opera retribuita, ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano l’indipendenza.
La cancellazione o la sospensione dal registro dei revisori legali e delle societa’ di revisione legale e la perdita dei requisiti previsti dall’ultimo comma dell’articolo 2397 sono causa di decadenza dall’ufficio di sindaco. (1)
Lo statuto puo’ prevedere altre cause di ineleggibilita’ o decadenza, nonche’ cause di incompatibilita’ e limiti e criteri per il cumulo degli incarichi.
(1) Comma modificato dall’art. 37, comma 6, del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
Articolo 2400
Nomina e cessazione dall’ufficio
I sindaci sono nominati per la prima volta nell’atto costitutivo e successivamente dall’assemblea, salvo il disposto degli articoli 2351, 2449 e 2450. Essi restano in carica per tre esercizi, e scadono alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio della carica. La cessazione dei sindaci per scadenza del termine ha effetto dal momento in cui il collegio e’ stato ricostituito.
I sindaci possono essere revocati solo per giusta causa. La deliberazione di revoca deve essere approvata con decreto dal tribunale, sentito l’interessato.
La nomina dei sindaci, con l’indicazione per ciascuno di essi del cognome e del nome, del luogo e della data di nascita e del domicilio, e la cessazione dall’ufficio devono essere iscritte, a cura degli amministratori, nel registro delle imprese nel termine di trenta giorni.
Al momento della nomina dei sindaci e prima dell’accettazione dell’incarico, sono resi noti all’assemblea gli incarichi di amministrazione e di controllo da essi ricoperti presso altre societa’. (1)
(1) Comma aggiunto dall’art. 2, comma 2, lettera a), della Legge 28 dicembre 2005, n. 262
Articolo 2401
Sostituzione
In caso di morte, di rinunzia o di decadenza di un sindaco,
subentrano i supplenti in ordine di eta’, nel rispetto dell’articolo 2397, secondo comma. I nuovi sindaci restano in carica fino alla prossima assemblea, la quale deve provvedere alla nomina dei sindaci effettivi e supplenti necessari per l’integrazione del collegio, nel rispetto dell’articolo 2397, secondo comma. I nuovi nominati scadono insieme con quelli in carica.
In caso di sostituzione del presidente, la presidenza e’ assunta fino alla prossima assemblea dal sindaco piu’ anziano.
Se con i sindaci supplenti non si completa il collegio sindacale, deve essere convocata l’assemblea perche’ provveda all’integrazione del collegio medesimo.
Articolo 2402
Retribuzione
La retribuzione annuale dei sindaci, se non e’ stabilita nello statuto, deve essere determinata dalla assemblea all’atto della nomina per l’intero periodo di durata del loro ufficio.
Articolo 2403
Doveri del collegio sindacale
Il collegio sindacale vigila sull’osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ed in particolare sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla societa’ e sul suo concreto funzionamento.
Esercita inoltre il controllo contabile nel caso previsto dall’articolo 2409-bis, terzo comma.
Articolo 2403-bis
Poteri del collegio sindacale
I sindaci possono in qualsiasi momento procedere, anche individualmente, ad atti di ispezione e di controllo.
Il collegio sindacale puo’ chiedere agli amministratori notizie, anche con riferimento a societa’ controllate, sull’andamento delle operazioni sociali o su determinati affari. Puo’ altresi’ scambiare informazioni con i corrispondenti organi delle societa’ controllate in merito ai sistemi di amministrazione e controllo ed all’andamento generale dell’attivita’ sociale.
Gli accertamenti eseguiti devono risultare dal libro previsto dall’articolo 2421, primo comma, n. 5).
Nell’espletamento di specifiche operazioni di ispezione e di controllo i sindaci sotto la propria responsabilita’ ed a proprie spese possono avvalersi di propri dipendenti ed ausiliari che non si trovino in una delle condizioni previste dall’articolo 2399.
L’organo amministrativo puo’ rifiutare agli ausiliari e ai dipendenti dei sindaci l’accesso a informazioni riservate.
Articolo 2404
Riunioni e deliberazioni del collegio
Il collegio sindacale deve riunirsi almeno ogni novanta giorni. La riunione puo’ svolgersi, se lo statuto lo consente indicandone le modalita’, anche con mezzi di telecomunicazione.
Il sindaco che, senza giustificato motivo, non partecipa durante un esercizio sociale a due riunioni del collegio decade dall’ufficio.
Delle riunioni del collegio deve redigersi verbale, che viene trascritto nel libro previsto dall’articolo 2421, primo comma, n. 5), e sottoscritto dagli intervenuti.
Il collegio sindacale e’ regolarmente costituito con la presenza della maggioranza dei sindaci e delibera a maggioranza assoluta dei presenti. Il sindaco dissenziente ha diritto di fare iscrivere a verbale i motivi del proprio dissenso.
Articolo 2405
Intervento alle adunanze del consiglio di amministrazione e alle assemblee
I sindaci devono assistere alle adunanze del consiglio di amministrazione, alle assemblee e alle riunioni del comitato esecutivo.
I sindaci, che non assistono senza giustificato motivo alle assemblee o, durante un esercizio sociale, a due adunanze consecutive del consiglio d’amministrazione o del comitato esecutivo, decadono dall’ufficio.
Articolo 2406
Omissioni degli amministratori
In caso di omissione o di ingiustificato ritardo da parte degli amministratori, il collegio sindacale deve convocare l’assemblea ed eseguire le pubblicazioni prescritte dalla legge.
Il collegio sindacale puo’ altresi’, previa comunicazione al presidente del consiglio di amministrazione, convocare l’assemblea qualora nell’espletamento del suo incarico ravvisi fatti censurabili di rilevante gravita’ e vi sia urgente necessita’ di provvedere.
Articolo 2407
Responsabilita’
I sindaci devono adempiere i loro doveri con la professionalita’ e la diligenza richieste dalla natura dell’incarico; sono responsabili della verita’ delle loro attestazioni e devono conservare il segreto sui fatti e sui documenti di cui hanno conoscenza per ragione del loro ufficio.
Essi sono responsabili solidalmente con gli amministratori per i fatti o le omissioni di questi, quando il danno non si sarebbe prodotto se essi avessero vigilato in conformita’ degli obblighi della loro carica.
All’azione di responsabilita’ contro i sindaci si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni degli articoli 2393, 2393-bis, 2394, 2394-bis e 2395.
Articolo 2408
Denunzia al collegio sindacale
Ogni socio puo’ denunziare i fatti che ritiene censurabili al collegio sindacale, il quale deve tener conto della denunzia nella relazione all’assemblea.
Se la denunzia e’ fatta da tanti soci che rappresentino un ventesimo del capitale sociale o un cinquantesimo nelle societa’ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, il collegio sindacale deve indagare senza ritardo sui fatti denunziati e presentare le sue conclusioni ed eventuali proposte all’assemblea; deve altresi’, nelle ipotesi previste dal secondo comma dell’articolo 2406, convocare l’assemblea. Lo statuto puo’ prevedere per la denunzia percentuali minori di partecipazione.
Articolo 2409
Denunzia al tribunale
Se vi e’ fondato sospetto che gli amministratori, in violazione dei loro doveri, abbiano compiuto gravi irregolarita’ nella gestione che possono arrecare danno alla societa’ o a una o piu’ societa’ controllate, i soci che rappresentano il decimo del capitale sociale o, nelle societa’ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, il ventesimo del capitale sociale possono denunziare i fatti al tribunale con ricorso notificato anche alla societa’. Lo statuto puo’ prevedere percentuali minori di partecipazione.
Il tribunale, sentiti in camera di consiglio gli amministratori e i sindaci, puo’ ordinare l’ispezione dell’amministrazione della societa’ a spese dei soci richiedenti, subordinandola, se del caso, alla prestazione di una cauzione. Il provvedimento e’ reclamabile.
Il tribunale non ordina l’ispezione e sospende per un periodo determinato il procedimento se l’assemblea sostituisce gli amministratori e i sindaci con soggetti di adeguata professionalita’, che si attivano senza indugio per accertare se le violazioni sussistono e, in caso positivo, per eliminarle, riferendo al tribunale sugli accertamenti e le attivita’ compiute.
Se le violazioni denunziate sussistono ovvero se gli accertamenti e le attivita’ compiute ai sensi del terzo comma risultano insufficienti alla loro eliminazione, il tribunale puo’ disporre gli opportuni provvedimenti provvisori e convocare l’assemblea per le conseguenti deliberazioni. Nei casi piu’ gravi puo’ revocare gli amministratori ed eventualmente anche i sindaci e nominare un amministratore giudiziario, determinandone i poteri e la durata.
L’amministratore giudiziario puo’ proporre l’azione di responsabilita’ contro gli amministratori e i sindaci. Si applica l’ultimo comma dell’articolo 2393.
Prima della scadenza del suo incarico l’amministratore giudiziario rende conto al tribunale che lo ha nominato; convoca e presiede l’assemblea per la nomina dei nuovi amministratori e sindaci o per proporre, se del caso, la messa in liquidazione della societa’ o la sua ammissione ad una procedura concorsuale.
I provvedimenti previsti da questo articolo possono essere adottati anche su richiesta del collegio sindacale, del consiglio di sorveglianza o del comitato per il controllo sulla gestione, nonche’, nelle societa’ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, del pubblico ministero; in questi casi le spese per l’ispezione sono a carico della societa’.
§ 4
Della revisione legale dei conti (1)
(1) Rubrica modificata dall’art. 37, comma 7, del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
Articolo 2409-bis (1)
Revisione legale dei conti
La revisione legale dei conti sulla societa’ e’ esercitata da un revisore legale dei conti o da una societa’ di revisione legale iscritti nell’apposito registro.
Lo statuto delle societa’ che non siano tenute alla redazione del bilancio consolidato puo’ prevedere che la revisione legale dei conti sia esercitata dal collegio sindacale. In tal caso il collegio sindacale e’ costituito da revisori legali iscritti nell’apposito registro.
(1) Articolo modificato dall’art. 37, comma 8, del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
[Articolo 2409-ter (1)
Funzioni di controllo contabile.]
Abrogato
(Omissis)
(1) Articolo abrogato dall’art. 37, comma 9 del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
[Articolo 2409-quater (1)
Conferimento e revoca dell’incarico]
Abrogato
(Omissis)
(1) Articolo abrogato dall’art. 37, comma 9 del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
[Articolo 2409-quinquies (1)(2)
Cause di ineleggibilità e di decadenza.]
Abrogato
(Omissis)
(1) Articolo abrogato dall’art. 37, comma 9 del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
(2) Il D.Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39, ha disposto (con l’art. 43, comma 1, lettera l)) che il presente articolo e’ abrogato ma continua ad essere applicato “fino alla data di entrata in vigore dei regolamenti del Ministro dell’economia e delle finanze emanati ai sensi del D. Lgs. 39/2010”.
[Articolo 2409-sexies (1)
Responsabilità.]
Abrogato
(Omissis)
(1) Articolo abrogato dall’art. 37, comma 9 del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
Articolo 2409-septies (1)
Scambio di informazioni
Il collegio sindacale e i soggetti incaricati della revisione legale dei conti si scambiano tempestivamente le informazioni rilevanti per l’espletamento dei rispettivi compiti.
(1) Articolo abrogato dall’art. 37, comma 10 del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
§ 5
Del sistema dualistico
Articolo 2409-octies
Sistema basato su un consiglio di gestione e un consiglio di sorveglianza
Lo statuto puo’ prevedere che l’amministrazione ed il controllo siano esercitati da un consiglio di gestione e da un consiglio di sorveglianza in conformita’ alle norme seguenti.
Articolo 2409-novies
Consiglio di gestione
La gestione dell’impresa si svolge nel rispetto della disposizione di cui all’articolo 2086, secondo comma, e spetta esclusivamente al consiglio di gestione, il quale compie le operazioni necessarie per l’attuazione dell’oggetto sociale. Puo’ delegare proprie attribuzioni ad uno o piu’ dei suoi componenti; si applicano in tal caso il terzo, quarto e quinto comma dell’articolo 2381. L’istituzione degli assetti di cui all’articolo 2086, secondo comma, spetta esclusivamente al consiglio di gestione. (1) (2)
E’ costituito da un numero di componenti, anche non soci, non inferiore a due.
Fatta eccezione per i primi componenti, che sono nominati nell’atto costitutivo, e salvo quanto disposto dagli articoli 2351, 2449 e 2450, la nomina dei componenti il consiglio di gestione spetta al consiglio di sorveglianza, previa determinazione del loro numero nei limiti stabiliti dallo statuto.
I componenti del consiglio di gestione non possono essere nominati consiglieri di sorveglianza, e restano in carica per un periodo non superiore a tre esercizi, con scadenza alla data della riunione del consiglio di sorveglianza convocato per l’approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della loro carica.
I componenti del consiglio di gestione sono rieleggibili, salvo diversa disposizione dello statuto, e sono revocabili dal consiglio di sorveglianza in qualunque tempo, anche se nominati nell’atto costitutivo, salvo il diritto al risarcimento dei danni se la revoca avviene senza giusta causa.
Se nel corso dell’esercizio vengono a mancare uno o piu’ componenti del consiglio di gestione, il consiglio di sorveglianza provvede senza indugio alla loro sostituzione.
(1) Comma modificato dall’art. 377, comma 3, D. Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14
(2) L’art. 40, comma 3 del D. Lgs. 26 ottobre 2020 ha aggiunto il seguente periodo: «L’istituzione degli assetti di cui all’articolo 2086, secondo comma, spetta esclusivamente al consiglio di gestione.».
Articolo 2409-decies
Azione sociale di responsabilita’
L’azione di responsabilita’ contro i consiglieri di gestione e’ promossa dalla societa’ o dai soci, ai sensi degli articoli 2393 e 2393-bis.
L’azione sociale di responsabilita’ puo’ anche essere proposta a seguito di deliberazione del consiglio di sorveglianza. La deliberazione e’ assunta dalla maggioranza dei componenti del consiglio di sorveglianza e, se e’ presa a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, importa la revoca dall’ufficio dei consiglieri di gestione contro cui e’ proposta, alla cui sostituzione provvede contestualmente lo stesso consiglio di sorveglianza.
L’azione puo’ essere esercitata dal consiglio di sorveglianza entro cinque anni dalla cessazione dell’amministratore dalla carica.
Il consiglio di sorveglianza puo’ rinunziare all’esercizio dell’azione di responsabilita’ e puo’ transigerla, purche’ la rinunzia e la transazione siano approvate dalla maggioranza assoluta dei componenti del consiglio di sorveglianza e purche’ non si opponga la percentuale di soci indicata nell’ultimo comma dell’articolo 2393.
La rinuncia all’azione da parte della societa’ o del consiglio di sorveglianza non impedisce l’esercizio delle azioni previste dagli articoli 2393-bis, 2394 e 2394-bis.
Articolo 2409-undecies
Norme applicabili
Al consiglio di gestione si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni degli articoli 2380-bis, quinto comma, 2381, sesto comma, 2382, 2383, quarto e quinto comma, 2384, 2385, 2387, 2390, 2392, 2394, 2394-bis, 2395.
Si applicano alle deliberazioni del consiglio di gestione gli articoli 2388 e 2391, e la legittimazione ad impugnare le deliberazioni spetta anche al consiglio di sorveglianza.
Articolo 2409-duodecies
Consiglio di sorveglianza
Salvo che lo statuto non preveda un maggior numero, il consiglio di sorveglianza si compone di un numero di componenti, anche non soci, non inferiore a tre.
Fatta eccezione per i primi componenti che sono nominati nell’atto costitutivo, e salvo quanto disposto dagli articoli 2351, 2449 e 2450, la nomina dei componenti il consiglio di sorveglianza spetta all’assemblea, previa determinazione del loro numero nei limiti stabiliti dallo statuto.
I componenti del consiglio di sorveglianza restano in carica per tre esercizi e scadono alla data della successiva assemblea prevista dal secondo comma dell’articolo 2364-bis. La cessazione per scadenza del termine ha effetto dal momento in cui il consiglio di sorveglianza e’ stato ricostituito.
Almeno un componente effettivo del consiglio di sorveglianza deve essere scelto tra i revisori legali iscritti nell’apposito registro. (1)
I componenti del consiglio di sorveglianza sono rieleggibili, salvo diversa disposizione dello statuto, e sono revocabili dall’assemblea in qualunque tempo con deliberazione adottata con la maggioranza prevista dal quarto comma dell’articolo 2393, anche se nominati nell’atto costitutivo, salvo il diritto al risarcimento dei danni, se la revoca avviene senza giusta causa.
Lo statuto, fatto salvo quanto previsto da leggi speciali in relazione all’esercizio di particolari attivita’, puo’ subordinare l’assunzione della carica al possesso di particolari requisiti di onorabilita’, professionalita’ e indipendenza.
Se nel corso dell’esercizio vengono a mancare uno o piu’ componenti del consiglio di sorveglianza, l’assemblea provvede senza indugio alla loro sostituzione.
Il presidente del consiglio di sorveglianza e’ eletto dall’assemblea.
Lo statuto determina i poteri del presidente del consiglio di sorveglianza.
Non possono essere eletti alla carica di componente del consiglio di sorveglianza e, se eletti, decadono dall’ufficio:
a) coloro che si trovano nelle condizioni previste dall’articolo 2382;
b) i componenti del consiglio di gestione;
c) coloro che sono legati alla societa’ o alle societa’ da questa controllate o a quelle sottoposte a comune controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d’opera retribuita che ne compromettano l’indipendenza.
Lo statuto puo’ prevedere altre cause di ineleggibilita’ o decadenza, nonche’ cause di incompatibilita’ e limiti e criteri per il cumulo degli incarichi.
(1) Comma modificato dall’art. 37, comma 11 del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
Articolo 2409-terdecies
Competenza del consiglio di sorveglianza
Il consiglio di sorveglianza:
a) nomina e revoca i componenti del consiglio di gestione; ne determina il compenso, salvo che la relativa competenza sia attribuita dallo statuto all’assemblea;
b) approva il bilancio di esercizio e, ove redatto, il bilancio consolidato;
c) esercita le funzioni di cui all’articolo 2403, primo comma;
d) promuove l’esercizio dell’azione di responsabilita’ nei confronti dei componenti del consiglio di gestione;
e) presenta la denunzia al tribunale di cui all’articolo 2409;
f) riferisce per iscritto almeno una volta all’anno all’assemblea sull’attivita’ di vigilanza svolta, sulle omissioni e sui fatti censurabili rilevati.
f-bis) se previsto dallo statuto, delibera in ordine alle operazioni strategiche e ai piani, industriali e finanziari della societa’ predisposti dal consiglio di gestione, ferma in ogni caso la responsabilita’ di questo per gli atti compiuti.
Lo statuto puo’ prevedere che in caso di mancata approvazione del bilancio o qualora lo richieda almeno un terzo dei componenti del consiglio di gestione o del consiglio di sorveglianza la competenza per l’approvazione del bilancio di esercizio sia attribuita all’assemblea.
I componenti del consiglio di sorveglianza devono adempiere i loro doveri con la diligenza richiesta dalla natura dell’incarico. Sono responsabili solidalmente con i componenti del consiglio di gestione per i fatti o le omissioni di questi quando il danno non si sarebbe prodotto se avessero vigilato in conformita’ degli obblighi della loro carica.
I componenti del consiglio di sorveglianza possono assistere alle adunanze del consiglio di gestione e devono partecipare alle assemblee.
(1) L’art. 13, comma 1, del D. Lgs. 28 dicembre 2004, ha disposto la modifica dell’art. 2409-terdecies, comma 1, lettera f-bis.
Articolo 2409-quaterdecies
Norme applicabili
Al consiglio di sorveglianza ed ai suoi componenti si applicano, in quanto compatibili, gli articoli 2388, 2400, terzo e quarto comma, 2402, 2403-bis, secondo e terzo comma, 2404, primo, terzo e quarto comma, 2406, 2408 e 2409-septies. (1)
Alla deliberazione del consiglio di sorveglianza con cui viene approvato il bilancio di esercizio si applica l’articolo 2434-bis ed essa puo’ venire impugnata anche dai soci ai sensi dell’articolo 2377.
(1) Comma modificato dall’art. 2, comma 2, lettera b), della Legge 28 dicembre 2005, n. 262
Articolo 2409-quinquiesdecies (1)
Revisione legale
La revisione legale dei conti e’ svolta a norma dell’articolo 2409-bis, primo comma.
(1) Articolo modificato dall’art. 37, comma 12, del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
§ 6
Del sistema monistico
Articolo 2409-sexiesdecies
Sistema basato sul consiglio di amministrazione e un comitato costituito al suo interno
Lo statuto puo’ prevedere che l’amministrazione ed il controllo siano esercitati rispettivamente dal consiglio di amministrazione e da un comitato costituito al suo interno.
Articolo 2409-septiesdecies
Consiglio di amministrazione
La gestione dell’impresa spetta esclusivamente al consiglio di amministrazione.
Almeno un terzo dei componenti del consiglio di amministrazione deve essere in possesso dei requisiti di indipendenza stabiliti per i sindaci dall’articolo 2399, primo comma, e, se lo statuto lo prevede, di quelli al riguardo previsti da codici di comportamento redatti da associazioni di categoria o da societa’ di gestione di mercati regolamentati.
Al momento della nomina dei componenti del consiglio di amministrazione e prima dell’accettazione dell’incarico, sono resi noti all’assemblea gli incarichi di amministrazione e di controllo da essi ricoperti presso altre societa’. (1)
(1) Comma introdotto dall’art. 2, comma 2, lettera c), della Legge 28 dicembre 2005, n. 262
Articolo 2409-octiesdecies
Comitato per il controllo sulla gestione
Salvo diversa disposizione dello statuto, la determinazione del numero e la nomina dei componenti del comitato per il controllo sulla gestione spetta al consiglio di amministrazione. Nelle societa’ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio il numero dei componenti del comitato non puo’ essere inferiore a tre.
Il comitato e’ composto da amministratori in possesso dei requisiti di onorabilita’ e professionalita’ stabiliti dallo statuto e dei requisiti di indipendenza di cui all’articolo 2409-septiesdecies, che non siano membri del comitato esecutivo ed ai quali non siano attribuite deleghe o particolari cariche e comunque non svolgano, anche di mero fatto, funzioni attinenti alla gestione dell’impresa sociale o di societa’ che la controllano o ne sono controllate.
Almeno uno dei componenti del comitato per il controllo sulla gestione deve essere scelto fra i revisori legali iscritti nell’apposito registro. (1)
In caso di morte, rinunzia revoca o decadenza di un componente del comitato per il controllo sulla gestione, il consiglio di amministrazione provvede senza indugio a sostituirlo scegliendolo tra gli altri amministratori in possesso dei requisiti previsti dai commi precedenti; se cio’ non e’ possibile, provvede senza indugio a norma dell’articolo 2386 scegliendo persona provvista dei suddetti requisiti.
Il comitato per il controllo sulla gestione:
a) elegge al suo interno, a maggioranza assoluta dei suoi membri, il presidente;
b) vigila sull’adeguatezza della struttura organizzativa della societa’, del sistema di controllo interno e del sistema amministrativo e contabile, nonche’ sulla sua idoneita’ a rappresentare correttamente i fatti di gestione;
c) svolge gli ulteriori compiti affidatigli dal consiglio di amministrazione con particolare riguardo ai rapporti con il soggetto incaricato di effettuare la revisione legale dei conti. (2)
Al comitato per il controllo sulla gestione si applicano altresi’, in quanto compatibili, gli articoli 2404, primo, terzo e quarto comma, 2405, primo comma, e 2408.
(1) Comma modificato dall’art. 37, comma 13, del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
(2) Art. 37, comma 14, del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39, a disposto la la modifica dell’art. 2409-octiesdecies comma 5, lettera c).
Articolo 2409-noviesdecies
Norme applicabili e revisione legale (1)
Al consiglio di amministrazione si applicano, in quanto compatibili, gli articoli da 2380-bis, 2381, 2382, 2383, 2384, 2385, 2386, 2387, 2388, 2389, 2390, 2391, 2392, 2393, 2393-bis, 2394, 2394-bis, 2395.
La revisione legale dei conti e’ svolta ai sensi dell’articolo 2409-bis, primo comma. (2)
(1) Rubrica modificata dall’art. 37, comma 15, lettera a), del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
(2) Articolo modificato dall’art. 37, comma 15, lettera b), del D. Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39