Codice Civile – Libro Terzo – Titolo IV

Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 262

(aggiornato 2020)

LIBRO TERZO
DELLA PROPRIETA’

TITOLO IV
DELL’ENFITEUSI

Articolo 957
Disposizioni inderogabili.

L’enfiteusi, salvo che il titolo disponga altrimenti, e’ regolata dalle norme contenute negli articoli seguenti.

Il titolo non puo’ tuttavia derogare alle norme contenute negli articoli 958, secondo comma, 961, secondo comma, 962, 965, 968, 971 e 973.

Articolo 958
Durata.

L’enfiteusi puo’ essere perpetua o a tempo.

L’enfiteusi temporanea non puo’ essere costituita per una durata inferiore ai venti anni.

Articolo 959
Diritti dell’enfiteuta.

L’enfiteuta ha gli stessi diritti che avrebbe il proprietario sui frutti del fondo, sul tesoro e relativamente alle utilizzazioni del sottosuolo in conformita’ delle disposizioni delle leggi speciali.

Il diritto dell’enfiteuta si estende alle accessioni.

Articolo 960
Obblighi dell’enfiteuta.

L’enfiteuta ha l’obbligo di migliorare il fondo e di pagare al concedente un canone periodico. Questo puo’ consistere in una somma di danaro ovvero in una quantita’ fissa di prodotti naturali.

L’enfiteuta non puo’ pretendere remissione o riduzione del canone per qualunque insolita sterilita’ del fondo o perdita di frutti.

Articolo 961
Pagamento del canone.

L’obbligo del pagamento del canone grava solidalmente su tutti i coenfiteuti e sugli eredi dell’enfiteuta finche’ dura la comunione.

Nel caso in cui segua la divisione e il fondo venga goduto separatamente dagli enfiteuti o dagli eredi, ciascuno risponde per gli obblighi inerenti all’enfiteusi proporzionalmente al valore della sua porzione.

Articolo 962 (1)
Revisione del canone.

(Abrogato)

[Decorsi almeno dieci anni dalla costituzione dell’enfiteusi, e successivamente dopo eguale periodo di tempo, le parti possono chiedere una revisione del canone, qualora questo sia divenuto troppo tenue o troppo gravoso in relazione al valore attuale del fondo. Tale valore determina senza tener conto dei miglioramenti arrecati dall’enfiteuta di deterioramenti dovuti a causa a lui imputabile.

La revisione non è ammessa, se il valore attuale del fondo non risulta almeno raddoppiato o ridotto a metà rispetto al valore iniziale o a quello accertato nella precedente revisione.]

(1) Articolo abrogato dall’art. 18 della Legge 22 luglio 1966, n. 607.

Articolo 963
Perimento totale o parziale del fondo.

Quando il fondo enfiteutico perisce interamente, l’enfiteusi si estingue.

Se e’ perita una parte notevole del fondo e il canone risulta sproporzionato al valore della parte residua, l’enfiteuta, secondo le circostanze, puo’ chiedere una congrua riduzione del canone, o rinunziare al suo diritto, restituendo il fondo al concedente, salvo il diritto al rimborso dei miglioramenti sulla parte residua.

La domanda di riduzione del canone e la rinunzia al diritto non sono ammesse, decorso un anno dall’avvenuto perimento.

Qualora il fondo sia assicurato e l’assicurazione sia fatta anche nell’interesse del concedente, l’indennita’ e’ ripartita tra il concedente e l’enfiteuta in proporzione del valore dei rispettivi diritti.

Nel caso di espropriazione per pubblico interesse, l’indennita’ si ripartisce a norma del comma recedente.

Articolo 964
Imposte e altri pesi.

Le imposte e gli altri pesi che gravano sul fondo sono a carico dell’enfiteuta, salve le disposizioni delle leggi speciali.

Se in virtu’ del titolo costitutivo sono a carico del concedente, tale obbligo non puo’ eccedere l’ammontare del canone.

Articolo 965
Disponibilita’ del diritto dell’enfiteuta.

L’enfiteuta puo’ disporre del proprio diritto, sia per atto tra vivi, sia per atto di ultima volonta’.

Per l’alienazione del diritto dell’enfiteuta non e’ dovuta alcuna prestazione al concedente.

Nell’atto costitutivo puo’ essere vietato all’enfiteuta di disporre per atto tra vivi, in tutto o in parte, del proprio diritto, per un tempo non maggiore di venti anni.

Nel caso di alienazione compiuta contro tale divieto, l’enfiteuta non e’ liberato dai suoi obblighi verso il concedente ed e’ tenuto a questi solidalmente con l’acquirente.

Articolo 966 (1)
Prelazione a favore del concedente.

(Abrogato)

[In caso di vendita del diritto dell’enfiteuta, il concedente è preferito a parità di condizioni. L’enfiteuta deve notificare al concedente la proposta di alienazione, indicandone il prezzo; il concedente deve esercitare il suo diritto entro il termine di trenta giorni. In mancanza della notificazione, il concedente, entro un anno dalla notizia della vendita, può riscattare il diritto dall’acquirente e da ogni successivo avente causa.

Se i concedenti sono più e la prelazione non è esercitata da tutti congiuntamente, essa può esercitarsi per la totalità anche da uno solo, il quale subentra all’enfiteuta di fronte agli altri concedenti.]

(1) Articolo abrogato dall’art. 10, Legge 18 dicembre 1970, n. 1138

Articolo 967
Diritti e obblighi dell’enfiteuta e del concedente in caso di alienazione.

In caso di alienazione, il nuovo enfiteuta e’ obbligato solidalmente col precedente al pagamento dei canoni non soddisfatti.

Il precedente enfiteuta non e’ liberato dai suoi obblighi, prima che sia stato notificato l’atto di acquisto al concedente.

In caso di alienazione del diritto del concedente, l’acquirente non puo’ pretendere l’adempimento degli obblighi dell’enfiteuta prima che a questo sia stata notificata l’alienazione.

Articolo 968
Subenfiteusi.

La subenfiteusi non e’ ammessa.

Articolo 969
Ricognizione.

Il concedente puo’ richiedere la ricognizione del proprio diritto da chi si trova nel possesso del fondo enfiteutico, un anno prima del compimento del ventennio.

Per l’atto di ricognizione non e’ dovuta alcuna prestazione. Le spese dell’atto sono a carico del concedente.

Articolo 970
Prescrizione del diritto dell’enfiteuta.

Il diritto dell’enfiteuta si prescrive per effetto del non uso protratto per venti anni.

Articolo 971
Affrancazione.

Omissis. (1)

Se piu’ sono gli enfiteuti, l’affrancazione puo’ promuoversi anche da uno solo di essi, ma per la totalita’. In questo caso l’affrancante subentra nei diritti del concedente verso gli altri enfiteuti, salva, a favore di questi, una riduzione proporzionale del canone.

Se piu’ sono i concedenti, l’affrancazione puo’ effettuarsi per la quota che spetta a ciascun concedente.

L’affrancazione si opera mediante il pagamento di una somma risultante dalla capitalizzazione del canone annuo sulla base dell’interesse legale. Le modalita’ sono stabilite da leggi speciali.

(1) I primi tre commi (omessi in questo testo) sono stati abrogati dall’art. 10 della Legge 1970 n. 1138.

Articolo 972
Devoluzione.

Il concedente puo’ chiedere la devoluzione del fondo enfiteutico:
1) se l’enfiteuta deteriora il fondo o non adempie all’obbligo di migliorarlo;
2) se l’enfiteuta e’ in mora nel pagamento di due annualita’ di canone. La devoluzione non ha luogo se l’enfiteuta ha effettuato il pagamento dei canoni maturati prima che sia intervenuta nel giudizio sentenza, ancorche’ di primo grado, che abbia accolto la domanda.

La domanda di devoluzione non preclude all’enfiteuta il diritto di affrancare, sempre che ricorrano le condizioni previste dall’art. 971. (1)

(1) Il secondo e il terzo periodo di questo comma, (omessi in questo testo), sono stati soppressi dall’art. 8, Legge 22 luglio 1966 n. 607.

Articolo 973
Clausola risolutiva espressa.

La dichiarazione del concedente di valersi della clausola risolutiva espressa non impedisce l’esercizio del diritto di affrancazione, [eccettuato il caso in cui, a norma dell’articolo precedente, la domanda di devoluzione preclude l’affrancazione].(1)

(1) Le parole fra parentesi quadre sono state soppresse dall’art. 9 Legge 22 Luglio 1966, n. 607

Articolo 974
Diritti dei creditori dell’enfiteuta.

I creditori dell’enfiteuta possono intervenire nel giudizio di devoluzione per conservare le loro ragioni, valendosi all’uopo anche del diritto di affrancazione che spetti all’enfiteuta; possono offrire il risarcimento dei danni e dare cauzione per l’avvenire.

I creditori, che hanno iscritto ipoteca contro l’enfiteuta anteriormente alla trascrizione della domanda di devoluzione e ai quali questa non e’ stata notificata in tempo utile per poter intervenire, conservano il diritto di affrancazione anche dopo avvenuta la devoluzione.

Articolo 975
Miglioramenti e addizioni.

Quando cessa l’enfiteusi, all’enfiteuta spetta il rimborso dei miglioramenti nella misura dell’aumento di valore conseguito dal fondo per effetto dei miglioramenti stessi, quali sono accertati al tempo della riconsegna.

Se in giudizio e’ stata fornita qualche prova della sussistenza in genere dei miglioramenti, all’enfiteuta compete la ritenzione del fondo fino a quando non e’ soddisfatto il suo credito.

Per le addizioni fatte dall’enfiteuta, quando possono essere tolte senza nocumento del fondo, il concedente, se vuole ritenerle, deve pagarne il valore al tempo della riconsegna. Se le addizioni non sono separabili senza nocumento e costituiscono miglioramento, si applica la disposizione del primo comma di questo articolo.

Articolo 976
Locazioni concluse dall’enfiteuta.

Per le locazioni concluse dall’enfiteuta si applicano le norme dell’art. 999.

Articolo 977
Enfiteusi costituite dalle persone giuridiche.

Le disposizioni contenute negli articoli precedenti si applicano anche alle enfiteusi costituite dalle persone giuridiche, salvo che sia disposto diversamente dalle leggi speciali.

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